COMUNICATO STAMPA | Anche l’insetto più resistente dell’Antartide ingerisce microplastiche, ma – almeno per ora – non è in pericolo

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Gli scienziati hanno documentato l’ingestione di microplastiche nell’unico insetto endemico dell’Antartide, sollevando interrogativi sugli impatti a lungo termine dell’inquinamento da plastica su un ecosistema così fragile.

Trieste, 02 Dicembre 2025 Un nuovo studio, supportato dal consorzio europeo di infrastrutture di ricerca CERIC-ERIC, ha rivelato che le microplastiche – minuscoli frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 mm – hanno iniziato a infiltrarsi anche negli ecosistemi terrestri più remoti della Terra: le disabitate distese dell’Antartide. La ricerca, condotta da un team dell’Università del Kentucky, dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e di Elettra Sincrotrone Trieste, rivela che, sebbene le microplastiche possano essere ingerite dal moscerino Belgica antarctica, i danni fisiologici su questa specie sembrano limitati. Al contempo, i risultati sottolineano la necessità di un monitoraggio più ampio, poiché indicano come l’attività umana e l’inquinamento da plastica continuino ad aumentare a livello globale, anche nei luoghi più inaspettati.

Fig 1 – Esemplari larvali (analizzati dal gruppo di ricerca) e adulti di Belgica antarctica – Fotografie di Richard E. Lee, Jr.

L’inquinamento da plastica è ormai diventato un problema ambientale critico a livello globale. Sebbene l’Antartide sia un continente geograficamente isolato, ricerche precedenti hanno dimostrato che le microplastiche possono raggiungere le sue coste attraverso il trasporto marittimo, la deposizione atmosferica, il turismo e persino le operazioni scientifiche. Tuttavia, fino ad ora, si sapeva poco su come questi inquinanti influiscono sui minuscoli invertebrati che vivono nel suolo antartico e che costituiscono la base di questi ecosistemi terrestri. “Nel nostro studio – spiega Nicholas Teets, entomologo dell’Università del Kentucky e coordinatore della ricerca – abbiamo esaminato larve di moscerini, sia esemplari esposti alla plastica in laboratorio sia raccolti nel loro habitat. Questo ci ha permesso di effettuare la prima valutazione completa dell’ingestione di microplastiche e dei suoi impatti fisiologici nel Belgica antarctica, l’unico insetto endemico del continente e uno dei suoi animali terrestri più abbondanti”. Infatti, nonostante le loro dimensioni, i moscerini antartici svolgono un ruolo cruciale nel riciclo dei nutrienti e nella salute dell’ecosistema del suolo: con solo una manciata di specie animali terrestri che popolano il continente, qualsiasi inquinante che minacci questi invertebrati potrebbe quindi influenzare l’intera catena alimentare.

“Grazie all’uso di avanzate tecniche di imaging, come la micro-spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (FTIR) e la spettroscopia Raman”, aggiunge Elisa Bergami, ecologista dell’Università di Modena e Reggio Emilia, “abbiamo rilevato per la prima volta frammenti di microplastica all’interno del tratto digestivo delle larve di moscerini selvatici. Sebbene l’ingestione fosse rilevata in meno del 7% degli esemplari raccolti sul campo, questi risultati confermano che la plastica sta raggiungendo i suoli antartici”. È interessante notare che, quando le larve sono state esposte sperimentalmente a concentrazioni variabili di microsfere di plastica per 10 giorni, i ricercatori non hanno riscontrato alcun effetto sulla sopravvivenza (anche a dosi di gran lunga superiori ai livelli ambientali previsti) né cambiamenti rilevabili nel tasso metabolico, suggerendo che l’esposizione a breve termine non alteri i principali processi fisiologici. “Tuttavia, abbiamo osservato una diminuzione delle riserve lipidiche in risposta a dosi elevate di plastica, suggerendo possibili impatti sul metabolismo energetico, che potrebbero avere severe conseguenze durante i rigidi inverni antartici”, sottolinea Jack Devlin, ricercatore dell’Università del Kentucky e primo autore dello studio.

Fig. 2 – Sovrapposizione di immagini ottiche e di spettroscopia infrarossa (IR) di due larve di Belgica antarctica disposte una accanto all’altra dopo essere state depositate su vetrini rivestiti di fluoruro di calcio (CaF2). L’immagine RGB in falsi colori è stata ottenuta unendo tre canali IR: il rosso rappresenta il tratto vinilico C-H presente in alcune plastiche ma anche nella cuticola, il verde raffigura la distribuzione complessiva dei lipidi e il blu raffigura la distribuzione complessiva delle proteine.

“Oltre a sottolineare i vantaggi dell’utilizzo, nell’entomologia moderna, di un approccio multidisciplinare basato su tecniche analitiche avanzate e complementari (come quelle disponibili presso Elettra e nel Consorzio CERIC) – commenta Lisa Vaccari, ricercatrice senior presso la facility SISSI-Bio di Elettra Sincrotrone Trieste – questo lavoro mostra anche l’importanza di ridurre al minimo la contaminazione derivante dalle attività scientifiche stesse, raccomandando tecniche non invasive come l’imaging μ-FTIR quale metodo affidabile per le valutazioni future”.

Sebbene gli effetti fisiologici immediati delle microplastiche sulla Belgica antarctica sembrino minimi, infatti, le conseguenze a lungo termine, specialmente in condizioni di stress ambientale crescente, rimangono sconosciute. Sono quindi necessari studi più approfonditi, anche per esaminare possibili danni ai tessuti o risposte molecolari alterate negli insetti esposti alla plastica per un periodo prolungato.

L’articolo completo, Prevalence and consequences of microplastic ingestion in the world’s southernmost insect, Belgica antarctica, è disponibile sulla rivista Science of The Total Environment al seguente link: https://doi.org/10.1016/j.scitotenv.2025.180800

CERIC-ERIC è un Consorzio europeo di infrastrutture di ricerca (ERIC) che offre a ricercatori e industrie un unico punto di accesso a oltre 60 tecniche e laboratori presso le stretture partner in otto paesi dell’Europa centro-orientale, e presso le strutture associate, per la ricerca multidisciplinare a livello micro- e nano-metrico nei campi dei materiali avanzati, dei biomateriali e delle nanotecnologie.

L’accesso ai servizi di CERIC per la ricerca avviene tramite bandi internazionali che premiano i migliori progetti e che prevedono la pubblicazione dei risultati ottenuti. Nei laboratori di CERIC si possono analizzare e sintetizzare i materiali e si può indagarne la struttura combinando tecniche basate sull’uso di NMR, elettroni, ioni, neutroni e fotoni.